In un recente articolo avevamo esposto le statistiche inerenti l’espansione, in tutto il mondo, dei mestieri legati al campo “Information Technology”.

Oggi ci addentreremo nello specifico analizzando brevemente quelle che sono, secondo una relazione stilata all’inizio dell’anno da Randstad USA (società americana fornitrice di risorse umane e servizi al personale), le professioni IT più quotate e le abilità necessarie per accedervi.

  • Big Data Engineer e Data Scientist. Le competenze d’elaborazione dati tipiche di queste due figure professionali sono molto richieste, poiché la capacità di lavorare con grandi quantità di informazioni è indispensabile al fine d’orientare le strategie d’affari. Il Big Data Engineer, principalmente, si occupa di sviluppo e manutenzione dell’architettura tecnologica di un’impresa gestendo i sistemi di data base in larga scala (Big Data), i nodi e i cluster. Il Data Scientist, invece, ha il ruolo di filtrare e organizzare i dati delineando statistiche, operando su algoritmi e progettando nuovi modelli di business. Questi è un esperto di data mining -la capacità d’estrarre informazioni utili da grandi moli di dati- e di machine learning, cioè un metodo che fornisce al computer l’abilità d’automatizzare la creazione di modelli analitici, apprendendo quindi senza essere stato esplicitamente programmato. Big Data Engineer e Data Scientist sono pertanto due profili diversi che possiedono in parte conoscenze comuni; lavorando fianco a fianco permettono all’azienda di orientarsi fra milioni di dati rendendo semplici alcune decisioni complesse e fornendo analisi predittive finalizzate a massimizzare i risultati. Sono tra le figure più pagate del settore IT.
  • Sviluppatori full-stack. Lo sviluppatore full-stack, concettualmente si potrebbe tradurre con “Sviluppatore a tutto tondo”. La struttura dati a stack è un tipo di struttura dati che un programma può implementare e utilizzare per il proprio funzionamento; lo sviluppatore full stack sa operare su tutti gli strati presenti e di conseguenza creare un prodotto completo. Attualmente i servizi web offrono esperienze sempre più simili e interconnesse alle app mobili, le aziende si allontanano dalle piattaforme tradizionali e quindi la domanda di sviluppatori capaci di avere una visione d’insieme e fondere competenze di front e back end con esperienze PHP, Python, Node.JS e HTML / CSS non fa che aumentare.
  • Ingegneri IoT. L’internet delle cose è in continua espansione -già oggi siamo circondati da utensili connessi alla rete e interconnessi tra loro quali computer, cellulari, console, smartTv ecc- e secondo buona parte degli esperti sul campo gli “oggetti intelligenti” cambieranno radicalmente il nostro stile di vita grazie alla “capacità decisionale” che li contraddistingue e ci permetterà notevoli risparmi energetici a livello privato e macroscopico, come nel caso delle smart city e smart grid. D’altro canto, invece, c’è chi non è d’accordo con questa rosea visione dell’avvenire e percepisce l’evoluzione in atto quale un pericoloso assedio alla privacy, ricordando come tali oggetti siano simili a tante piccole “spie” in grado di vedere, registrare, elaborare e influenzare ogni nostra abitudine. E se ora ciò è valido per smartphone, computer e smartTv, probabilmente a breve lo sarà per un gran numero d’altri strumenti d’uso quotidiano. Tra questi, ad esempio, potremmo annoverare in un futuro prossimo l’automobile automatizzata e connessa alla rete (esistono già molti prototipi) che, nel malaugurato (ma potenzialmente possibile) caso in cui dovesse finire sotto il controllo di Hacker malintenzionati potrebbe incarnare una seria minaccia all’incolumità fisica. Sia come sia, al di là d’entusiasmi e timori più o meno motivati, Gartner Inc -società per azioni multinazionale leader mondiale nella consulenza strategica, ricerca e analisi nel campo dell’Information Technology- prevede che entro il 2020 ci saranno 20 miliardi (a fronte dei circa 8 miliardi odierni) di dispositivi connessi in tutto il pianeta, ed è una previsione fra le più morigerate, poiché altri istituti parlano di ben 100 miliardi! È lecito dunque prospettare un costante aumento nella richiesta di specialisti IT in grado di gestire, analizzare e proteggere i “dispositivi intelligenti”, incanalando e interpretando i flussi di dati contenuti in essi al fine di ricavare informazioni valide all’orientamento strategico e alla crescita economica di imprese e privati.
  • Ingegneri VR/AR. Realtà virtuale e realtà aumentata stanno facendo scalpore nel Gaming, ma grazie a specifiche applicazioni e strumenti -come l’ultima versione dei Google Glass- saranno adottate sempre più spesso in campo lavorativo. Per quanto concerne la sfera della progettazione CAD, ad esempio, con le nuove e già convalidate applicazioni di realtà aumentata i tecnici avranno la possibilità di visualizzare i loro modelli nel mondo reale, e gli stakeholder coinvolti nel processo d’analisi potranno interagire con il progetto per valutarne al meglio dimensioni, fattore di scala ed estetica. Tutto ciò comporterà un gran risparmio di tempo e denaro, e semplificherà enormemente il compito di raccolta di feedback utili da parte degli stakeholder di tutto il reparto/organizzazione. Secondo le previsioni di Gartner, entro il 2020 realtà aumentata, realtà virtuale e soluzioni miste rappresenteranno il 20% della fetta totale inerente i piani di trasformazione digitale dell’impresa. Questo spiega perché le professioni IT legate a VR e AR siano già fra le più gettonate.
  • Architetti/ingegneri della sicurezza. Il ruolo d’ingegnere addetto alla sicurezza informatica è diventato fondamentale dal momento in cui internet, e con esso la minaccia di virus e malware, sono entrati nelle nostre vite. Mano a mano che la tecnologia avanza e i sistemi di archiviazione, scambio e comunicazione virtuale pervadono la quotidianità individuale e aziendale, la quantità di dati affidata alla rete aumenta esponenzialmente. Oltre a ciò la disponibilità di oggetti fisicamente lontani, ma al contempo facenti parti di un medesimo progetto o società abbisogna di protocolli sempre più sicuri. Nell’ambito del moderno modello di collaborazione basato sull’assenza di confini disciplinari e geografici, l’ingegnere della sicurezza dovrà garantire protezione sia della rete dati che della proprietà intellettuale. Un ruolo attualissimo, dunque, che necessita di grandi preparazione e responsabilità.

Abbiamo visto come le abilità richieste per rivestire gli incarichi IT in costante ascesa varino da settore a settore, ma senza dubbio vi sono caratteristiche basilari comuni, quali approfondite capacità di sviluppo e programmazione informatica con relative certificazioni. Oltre alle perizie tecnico/teoriche, però, ai fini d’assunzione viene spesso valutata una peculiare gamma di competenze che nessuna università può insegnare; sono denominate “competenze morbide”, e risultano essenziali per contribuire all’armonia e al successo di un’impresa: empatia, intelligenza sociale, pensiero critico, autonomia, fiducia, flessibilità, resistenza allo stress, resilienza… solo per citarne alcune.  Chi si occupa dei reclutamenti, soprattutto nelle grandi aziende di successo, conosce l’importanza di questi “fattori X” e ne tiene particolarmente conto. Ecco perché può capitare che un candidato accompagnato da “Ottimo curriculum” possa talora essere scavalcato da chi, magari dotato di background inferiore, presenti in modo spiccato una o più delle qualità innate appena citate.

In conclusione, riportiamo le domande che tre differenti leader aziendali amano porre a bruciapelo durante i colloqui. Quesiti bizzarri, per nulla attinenti alle abilità informatiche, ma dalle cui risposte dipende la carriera degli aspiranti collaboratori.

“Sei la persona più intelligente che conosci?” Larry Ellison, presidente esecutivo di Oracle.

 “Dimmi qualcosa che sia vero, ma con cui quasi nessuno è d’accordo con te”. Peter Thiel, co- fondatore di PayPal.

 “Che cosa non hai avuto la possibilità di includere di te nel curriculum?” Richard Branson, fondatore di Virgin Group.

A voi le risposte!

Marcello Argenti