L’offerta televisiva negli ultimi anni si è ampliata a dismisura con canali che non trasmettono più un palinsesto generico per contenuti e temi, ma al contrario, con reti dedicate a specifici argomenti. Sempre più piede stanno prendendo le serie TV: che siano poliziesche, sentimentali, fantascientifiche, medical drama, ecc. quando suscitano interesse sono in grado di tenere incollati allo schermo gli spettatori. Ovviamente anche questi canali seguono un palinsesto e non dedicano tutta la programmazione a una sola serie. Come possono allora ovviare a questo problema i “malati” di serie TV? È impensabile dover aspettare una settimana intera per il prossimo episodio. È così che da qualche anno a questa parte ha preso piede la moda dello streaming ossia la possibilità di vedere in anteprima -con l’ausilio di una connessione Internet- film o serie TV non ancora trasmessi sulle emittenti televisive o usciti solo all’estero. Ciò comporta, spesso e volentieri, che la serie TV in questione debba essere vista in lingua originale, sfruttando però la comodità dei sottotitoli.

Ahinoi anche qui non si può stare mai tranquilli. È notizia di questi giorni un nuovo attacco informatico proprio tramite questa funzionalità -i sottotitoli appunto- di specifiche piattaforme di media player, tra cui VLC, Kodi, Popcorn Time e Stremio.

Il team di ricerca di Check Point Software Technologies, società israeliana specializzata in cyber sicurezza, ha scoperto questa nuova tipologia di attacco informatico: gli appassionati di serie TV e film in streaming rischiano di avere il proprio PC hackerato. Le modalità sono banali, eppure il meccanismo di attacco pare ben organizzato ed efficace: gli hacker confezionano sottotitoli malevoli, li caricano online e manipolano il ranking nei siti specializzati, rendendoli agli occhi degli utenti tra i preferiti e più attendibili della community. Gli utenti scaricandoli permettono agli hacker di ottenere potenzialmente il completo controllo del dispositivo con la piattaforma vulnerabile in esecuzione.

Data la notizia, i quattro media player sopra citati hanno già rilasciato nuove versioni dei software per correre ai ripari. Per non essere infettati, occorre quindi aggiornarli, così da riconoscere in automatico la prima ondata del virus.